70 anni di Cooperativa
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70 anni di Cooperativa

Incontriamo i nostri soci - L’importanza dell’innesto.

Quest’anno sono 70 anni che produciamo barbatelle con passione, insieme ai nostri soci.  
In ognuna di esse si riflettono la cura, l’esperienza e la dedizione di chi le ha realizzate. La nostra cooperativa è strutturata come una vera famiglia: i 30 soci che ne fanno parte mettono in campo ogni giorno competenza, professionalità e un forte senso di responsabilità.

 Ogni fase del ciclo produttivo è seguita personalmente dai soci, affiancati dal personale della cooperativa, per garantire la massima qualità e precisione lungo tutta la filiera.

Abbiamo incontrato tre dei nostri soci per farci raccontare il loro lavoro e la storia del loro legame con la cooperativa. In molti casi si tratta di realtà a conduzione familiare, con il sapere che passa di generazione in generazione. Una passione tramandata nel tempo, fatta di tradizione, conoscenze e attenzione ai dettagli. 
Perché tutti i nostri soci sono protagonisti attivi della produzione.

Oggi abbiamo chiesto a Beatrici Roberto, Daniele Morelli e Damiano Rigotti e suo papà Daniele Rigotti di raccontarci un po' il loro lavoro nella produzione di barbatelle, come nostri soci.

 

70 anni di Cooperativa
Roberto e suo figlio durante la forzatura.

 

Ciao Roberto, da quanto tempo sei socio di Padergnone Vivai viticoli Cooperativi?

Roberto: “Faccio parte della Padergnone Vivai da 25 anni. Dopo un'esperienza da giovane in stabilimento, ho potuto seguire i miei genitori nel loro lavoro. Ho fatto un paio d’anni di esperienza nel settore, poi la passione è diventata così forte che ho deciso di impegnarmi seriamente per andare avanti. Oggi siamo in cinque: due operai, e da quest’anno si è unito anche mio figlio.”

Di cosa vi occupate?  

Roberto: "Ci occupiamo di tutte le fasi della produzione delle barbatelle: dalla preparazione del materiale — gemme e portinnesti — fino alla consegna in cooperativa, passando per la cernita, quando la pianta è ormai pronta per essere messa a dimora nel terreno. 

Abbiamo appena concluso la fase dell’innesto sul portinnesto americano. Dopo l’innesto, le barbatelle vengono sistemate nei cassoni con segatura umida, per mantenere il giusto livello di umidità.
Ora ci stiamo preparando alla fase successiva: la forzatura in serra, che serve a far cicatrizzare correttamente il punto di innesto. Le piante resteranno in serra per una ventina di giorni, a una temperatura di circa 30 gradi.

È un lavoro che mi appassiona perché è composto da tante fasi diverse: non si fa mai la stessa cosa, ogni giorno cambia. Le fasi principali sono cinque o sei, e questo lo rende molto dinamico.
In più, si lavora all’aria aperta, sempre a contatto con la natura.”

Ciao Daniele, ci racconti un po' di te e del tuo lavoro?  

Daniele: “Ciao a tutti, mi chiamo Daniele Morelli e ho 36 anni. Faccio questo lavoro dal 2007, subito dopo aver finito la scuola.
La nostra è un’azienda a conduzione prevalentemente familiare: ci siamo io e i miei genitori, e durante l’anno ci avvaliamo del supporto di due o tre collaboratori, a seconda delle fasi di produzione.

Siamo soci dei vivai di Padergnone fin dalla loro fondazione, grazie a mio nonno, che in seguito ha passato la gestione dell’azienda a mio padre.”

 

70 anni di coopeartiva
Daniele durante i controlli nel periodo di forzatura.

 

Vi occupate anche voi di tutte la fasi di produzione? Qual è quella più delicata?  

Daniele: “Sì, ci occupiamo di tutte le fasi, a partire da gennaio con i portinnesti e le gemme, fino a novembre/dicembre con la cernita e la consegna.
Ogni fase ha la sua importanza, ma ce ne sono alcune particolarmente delicate, come la forzatura: in quel momento bisogna assicurarsi che il callo si sia formato correttamente e che all’interno del cassone ci siano il giusto grado di umidità e la temperatura ideale. Anche durante la messa in dimora serve molta attenzione, soprattutto nella fase di cernita, per evitare errori varietali.”

Qual è la parte che più ti piace del tuo lavoro?  

Daniele: “Sono parecchi anni che faccio questo lavoro e mi piace soprattutto stare a contatto con la natura e stare all’aria aperta.”

Damiano, tu e tuo padre fate questo lavoro insieme, ma siete due soci diversi della Padergnone Vivai Viticoli Cooperativi. Cosa ti appassiona del tuo lavoro?  

Damiano: “Siamo soci dei Vivai Padergnone fin dalla loro fondazione: mio nonno è stato uno dei soci fondatori.

Una delle cose che mi appassiona di più di questo lavoro è vedere la crescita della barbatella, dall’inizio alla fine. Pensare che da un semplice pezzo di legno – il portinnesto e la marza uniti in un innesto – possa nascere una pianta forte e robusta, pronta a diventare un bel vigneto, è sempre una grande soddisfazione.

È incredibile pensare che da lì nasceranno alcune delle varietà di vino più conosciute e apprezzate. Vedere tutto questo prendere forma, giorno dopo giorno, è ciò che rende speciale il nostro lavoro.”

Perché le barbatelle si innestano? In cosa consiste nella pratica?  

Damiano: “L’innesto consiste nel prelevare la gemma e unirla al portinnesto attraverso un innesto a Omega.
Questa tecnica viene utilizzata perché la gemma, una volta innestata sul portinnesto americano, è in grado di resistere alla fillossera e di adattarsi meglio a terreni con caratteristiche diverse.”

Quali sono i vantaggi di essere un socio di questa cooperativa?  

Damiano: “I vantaggi sono sicuramente legati al fatto che possiamo dedicare la massima attenzione a tutte le fasi della produzione, senza doverci occupare della parte commerciale, che spesso richiede molto tempo e risorse. In questo modo possiamo concentrarci completamente sulla cura di ogni singola barbatella."

 

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Damiano in vivaio con i portinnesti.