
La barbatella
1. Diametro tralcio di un anno 4-8 mm
2. Tralcio di u n anno robusto e liglificato con 2-3 gemme di una varietà e di una selezione clonale ben definita
3. Lunghezza della marza innestata
2-5 mm
4. Punto d’innesto ad omega omogeneo e perfettamente saldato
5. Lunghezza della tealea portinnesto
28-33 cm
6. Talea portinnesto di una varietà e selezione clonale ben definita ed accuratamente selezionata
7. Lunghezza apparato radicale
13 – 18 cm
8. Apparato radicale ben distribuito alla base del tallone della talea e ben sviluppato
DICEMBRE GENNAIO FEBBRAIO
RACCOLTA DEI PORTINNESTI E DELLE GEMME
- Portinnesti: taglio dei tralci, raccolta in fasci e stoccaggio in attesa del taglio.
- Marze: potatura delle vigne, raccolta in fasci del materiale
GENNAIO FEBBRAIO
TAGLIO DEI PORTINNESTI E DELLE GEMME
- Portinnesti: pulizia dei tralci (manuale o meccanica), taglio degli spezzoni nelle diverse misure, ammazzettatura, bagno in acqua e soluzione fungicida, frigo conservazione.
- Marze: taglio delle gemme, bagno delle gemme in acqua e soluzione fungicida, frigoconservazione.
MARZO
INNESTO
Innesto a banco con macchina (innesto omega), paraffinatura, preparazione cassoni (strati di talee e segatura), bagnatura, frigoconservazione.


APRILE
FORZATURA IN SERRA
- Le casse vengono trasportate nella serra per la forzatura, ad una temperatura di 28°C al punto d’innesto e una umidità relativa del 95%, a seconda della tipologia di portinnesto cambia il tempo che gli innesti restano in serra.
- Tolti dai cassoni gli innesti vengono puliti e riparaffinati
MAGGIO
MESSA A DIMORA DEL VIVAIO
- Stesura manichette per irrigazione e film plastico
- Trasporto in campo e impianto manuale (su fila singola ogni 6.5 cm)
APRILE MAGGIO GIUGNO
VASETTI
Innesti talea sono messi in un pane di torba, irrigati e trattati, passati più volte alla selezione e cambiato il pane di torba vengono confezionati e consegnati al cliente.
GIUGNO LUGLIO
AGOSTO SETTEMBRE
COLTURA IN CAMPO
- Trattamenti erbicidi, anticrittogamici e insetticidi.
- Irrigazione
- Cimatura
OTTOBRE
ESTIRPO CERNITA E CONFEZIONAMENTO
- Estirpo barbatelle dal terreno con estirpatore meccanico
- Raccolta in fasci e trasporto
NOVEMBRE
Cernita e confezionamento
- Test meccanico per la tenuta del callo e visivo per la conformità dell’apparato radicale
- Potatura a due gemme
- Paraffinatura
- Raccolte in mazzi da 25 e poi da 100 le piante vengono cartellinate
- Consegna in cooperativa
In cooperativa le piante vengono immagazzinate e frigoconservate già inscatolate oppure in cella umida (99% umidità e 2°C).
Da qui vengono poi spedite ai clienti.
La preparazione dei portainnesti e delle marze
I tralci dei portinnesti e delle marze vengono raccolti nel periodo invernale e posti in ambienti che ne assicurino una buona conservazione fino alla lavorazione .
I portinnesti vengono quindi mondati dalle femminelle, tagliati a spezzoni di 35-40 cm mantenendo nella parte basale un nodo, e raccolti in fasci di 100-200 o 600 pezzi con la propria etichetta descrittiva indicante la varietà ed il clone . I fasci vengono quindi trattati con un fungicida e conservati in celle frigo ad una temperatura di 1-2 °C ed a un’umidità del 90-100%.
I tralci che forniscono le gemme da innesto vengono ulteriormente selezionati eliminando quelli danneggiati e quelli non ben lignificati. Vengono quindi tagliati mantenendo una gemma per marza e tenendo solamente quelle con diametro tra i 6 e i 14 mm . Subito dopo il taglio vengono imbibite in acqua e poste in sacchi con la loro etichetta descrittiva. I sacchi, contenenti le gemme, vengono, fino al momento dell’innesto, conservati in cella frigo in maniera tale da poterne garantire la massima vitalità.
La coltivazione dei portainnesti e delle gemme da innesto
Le piante Madri Portinnesti, realizzate con materiale di categoria “base”, sono coltivate in ambienti asciutti e sani, perfetti per poter produrre e garantire un legno con caratteristiche di sanità elevate. Nel Nord- Italia la coltivazione su sostegni è praticamente necessaria per fare maturare il legno e per produrre una maggiore quantità di legno capace di ammortizzare l’elevato costo di impianto e di gestione.
Negli impianti impalcati vengono effettuati diversi interventi di potatura verde per migliorare la produzione sia qualitativamente che quantitativamente.
La coltivazione delle gemme da innesto avviene prevalentemente in Trentino adottando sia impianti a duplice attitudine, da uva e da gemme, sia impianti altamente specializzati realizzati per la produzione esclusiva di gemme da innesto. Tutti gli impianti da cui sono prelevate le gemme sono sottoposti a rigorosi e ripetuti controlli sia varietali che sanitari. Le piante sono sottoposte ai trattamenti contro le principali malattie della vite ed allontanate da quelle che presentano sintomi di patologie riconducibili a virus.
Particolare attenzione è rivolta alla flavescenza dorata ed al suo vettore, lo Scafoideus titanus.
Gli innesti-talea vengono quindi paraffinati per proteggere la zona di congiunzione dei due bionti, poi stratificati in casse con segatura e infine sottoposti a forzatura. Solitamente la paraffina utilizzata in quest’occasione è di colore rosso . La forzatura consiste nel tenere le casse con gli innesti-talea in serre o locali a temperatura ed umidità controllata. Queste condizioni fanno favoriscono lo sviluppo di un callo di cicatrizzazione nel punto d’innesto e gli abbozzi radicali alla base della talea.
Successivamente alla forzatura, che dura dai 15 ai 25 giorni, segue un periodo di rinverdimento ed acclimatamento che irrobustisce l’innesto-talea.
Viene effettuata una cernita di verifica della formazione del callo e contemporaneamente si eliminano i residui di segatura sulla talea-innestata con l’utilizzo di apposite spazzole. Si procede ad una seconda paraffinatura, solitamente di colore marrone, che ha lo scopo di impedire la disidratazione del callo nel punto d’innesto una volta che la talea innestata viene messa a dimora. Per la coltivazione delle barbatelle è molto importante la scelta del terreno e la zona dove è ubicato. I terreni devono essere sciolti, freschi e fertili, inoltre devono essere ben livellati in maniera tale che non vi siano delle zone di ristagno idrico. Il vivaio può succedere a se stesso al massimo per un secondo anno. Le barbatelle si possono mettere a dimora con trapiantatrice meccanica ma attualmente, con l’adozione della pacciamatura, vengono piantate manualmente utilizzando appositi carrelli agevolatori.
La gestione del vivaio è un’operazione complessa che richiede professionalità ed esperienza. Fino a qualche decennio fa, le principali operazioni agronomiche venivano fatte quasi esclusivamente a mano, mentre attualmente si utilizzano macchine specializzate per questo tipo di coltura (foto 15).
La gestione del vivaio prevede concimazioni pre-impianto, eventuali apporti nutritivi post impianto anche per via fogliare, parecchie irrigazioni e numerosi trattamenti fitosanitari.
Questi in particolare sono orientati verso la difesa dalla peronospora (circa un trattamento settimanale) e, in misura minore, da oidio e botrite. Vengono poi effettuati trattamenti acaricidi ed insetticidi, in particolare modo contro lo Scafoideus titanus, vettore della flavescenza dorata. Il vivaio, inoltre, viene controllato accuratamente, fila per fila, diverse volte durante la stagione, per verificare la corrispondenza varietale ed eventuali malattie.
Per assicurare alla vegetazione un portamento eretto ed evitare che questa vada ad adagiarsi al terreno e per rafforzare lo sviluppo dei tralci, vengono effettuate dalle tre alle quattro cimature